Anche quest’anno l’11 febbraio si celebra l’International Day of Women and Girls in Science. Questa giornata istituita nel 2015 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, è un’occasione per promuovere la piena ed equa partecipazione di donne e ragazze nelle scienze, in materia di istruzione, formazione, occupazione e processi decisionale.
Tuttavia non sembra che a livello di informazione ancora vi sia un’equa partecipazione femminile soprattutto, non può esservi sfuggito che nel caos di informazioni diffuse dai media in relazione alla pandemia, solamente alcune donne sono state coinvolte nella divulgazione cito Ilaria Capua, Antonella Viola e poche altre.
Pochissime interviste sono state fatte alla dott.ssa Maria Capobianchi direttrice del laboratorio di virologia dell’Ospedale Spallanzani di Roma che per prima ha isolato nel suo laboratorio il virus Sars- cov 2 o alla dott.ssa Claudia Ballotta infettivologia dell’ospedale Sacco di Milano coordinatrice del team quasi esclusivamente femminile che ha isolato il ceppo italiano del virus ( Alessia Lai, Arianna Gabrieli, Annalisa Bergna, Carla Veo, Maciej Tarkowski, Massimo Galli e Gianguglielmo Zehende), ma, letteralmente sommersi dai parere a volte discordanti di centinaia di scienziati maschi.
Quindi ben venga una giornata come International Day of Women and Girls in Science, ma di strada ne dobbiamo fare ancora molta.
Infatti, se a livello europeo, l’Italia si posiziona sopra i dati di media sia per quanto riguarda la percentuale di ragazze che scelgono corsi STEM sul totale delle iscritte (17% vs 16%) sia per la percentuale delle ragazze sul totale degli iscritti alle facoltà scientifiche (36% vs 31%), secondo il Gender Equality Index dell’Istituto Europeo per
l’Uguaglianza di Genere (EIGE), nel 2020 il punteggio che misura la parità di genere nelle posizioni di decision-making politiche, economiche e sociali era 48,82. Nonostante sia il dato più basso rispetto a tutte le altre aree analizzate, è il punteggio che più è cresciuto negli ultimi 15 anni, aumentando di 32,7 punti.
Il progresso italiano in quest’area è il secondo più significativo nell’intera Unione Europea, ma resta ancora molto da fare. Il parlamento italiano è ancora a netta maggioranza maschile: nonostante siano più che raddoppiate nelle ultime tre legislature, le donne rappresentano ancora meno del 40% dei membri del parlamento, in Italia le donne costituiscono il 70% dei componenti dei board delle organizzazioni di ricerca, il 25% di quelli dei media di Stato e soltanto il 12% dei membri di quelli degli enti organizzativi degli sport olimpici.
Prendendo come campione di riferimento quello dei corsi di Laurea Magistrali del gruppo di Ingegneria, il voto di laurea è di poco più elevato per le ragazze (107,3) rispetto ai ragazzi (106,4), e il 50% delle donne completa gli studi in corso, contro meno del 48% degli uomini.
Il trend è costante e le donne sono rimaste avanti agli uomini negli ultimi cinque anni.
Tuttavia, queste migliori performance accademiche sembrano non essere riconosciute dal mercato del lavoro. A un anno dalla laurea, il tasso di occupazione degli uomini laureati nei corsi STEM (91,8%) è più elevato di quello delle donne (89,3%). Il divario si osserva anche a livello salariale. I laureati STEM uomini dichiarano di percepire in media una retribuzione mensile netta di circa € 1.510 contro i € 1.428 delle loro controparti femminili. Purtroppo, anche in questo caso, il trend è costante e le donne sono rimaste sempre indietro agli uomini negli ultimi cinque anni.
Pertanto è con grande entusiasmo che abbiamo accolto la notizia che il Consiglio regionale del Veneto ha deliberato all’unanimità la parità nelle buste paga e nelle possibilità di carriera tra uomini e donne nel mondo del lavoro. È l’obiettivo della nuova legge regionale approvata all’unanimità dal Consiglio regionale del Veneto.
Un testo presentato in sintonia con la riforma del Codice nazionale delle pari opportunità (legge del 5 novembre 2021, n. 162), e sul quale si è registrata la piena convergenza di tutte le forze politiche, grazie anche a un iter istruttorio condiviso che ha rielaborato e ampliato l’impianto della proposta iniziale.
Certamente il cammino sarà ancora lungo e irto di ostacoli ma è il primo passo per la parità economica tra donne e uomini e speriamo che siano fiori e che fioriscano presto.
La CPO Chimici e Fisici Veneto